I giorni sono selvaggi come latrine putride di parchi desolati, si gioca ad improvvisare per l'amore che si è perso e mai più ritrovato, la notte ferisce come un bicchiere di ghiaccio fra le mani, il whiskey scende nella gola e corre nelle vene gonfie di niente.
dovrei dirmi ma poi cosa starei a fare tutto il tempo? piazzato sul trespolo con le piume tutte colorate di vino un pappagallo ubriaco che canta le canzoni di Guccini potrei soffermarmi al rumore violento del mare ma l’acqua questa estate non torna a lambire i pensieri e allora?
"Ok", ho detto, "Ragazzi non vi scordate di dirmi che non devo più singhiozzare, che non devo più piangere". Qualche anno fa è morto mio nonno, moralmente pure mia nonna, qualche anno dopo lo ha fatto davvero, cioè ieri. In fondo voglio bene alla mia famiglia. Mio padre se ne è andato di casa che avevo dieci anni : aveva un altra donna. Quanto ho odiato mio padre. Ora, ma già da tempo, lo capisco o almeno mi sforzo di capire come elabora gli avvenimenti questo strano sensore che è il cervello. Più lo faccio più non lo capisco. Sono arrivato quasi al punto di diventare pazzo.
adesso il sonno lo hai ritrovato? sotto un cuscino di piume di fuoco con il sacrofuoco dell’arte come se stessi su un giaciglio di fiori qualche spina che ti punge il sorriso
io sono il lume io sono l'ascesa del canto sono la paura, la cattiveria, la bontà e la miseria io sono un umore sono un prato, un lago immobile, una spiaggia sporca
Perchè piango sempre davanti a una scena delicata di un film. Non mi esce una parola di dolore, anche davanti alla cosa più miserabile, ma davanti a un film lacrime su lacrime. Non è quando muore Bambi o Jack di Titanic, no, c'è altro. E' quando il Padrino dice di non essere un assassino, quando Shirley Maclaine non batte ciglio salutando la figlia che parte per sempre senza tenerezza, quando Beamen riesce nella meta quella maledetta domenica e Padre Bobby che viene a sapere quello che è successo ai suoi "sleepers".
...ammetto la mia ignoranza... da Oggi mi metto al passo. Poco conosco del fottuto Bukowski, e fra un trip e l'altro, fra una cicca e un gustoso sasso, intraprendo da 'Post Office' l'inedita lettura.
Che quando non hai una lira, non significa che non hai soldi per pagare la findomestic della lavatrice, o l’ici del 1985, no. Questo è normale. Non avere soldi qua, significa non avere neppure i soldi per pagare le consumazioni al bar. Uscire con pochi euro e sperare che qualcuno ti offra. Fare il giro dei bar e cercare coloro che non ti offrono da più tempo, salutarli calorosamente, bere insieme e sperare che sia lui il primo a fare la mossa per pagare.
non pensavo l'avrei fatto, ma alla fine era lui, cosi lo feci lo volevo, mi abbassai lentamente, lo baciai lentamente, con voluttà, mi sentivo viva, lui fremeva ed io ad ogni suo gemito mi sentivo più viva, così lo feci, ipotecai il tempio del mio essere puro intelletto.