Quando la Brandinne faceva porto Dalle parti di Nassau, nessuno degli uomini a bordo aveva parole per definire lo splendore delle coste gremite di contrabbandieri e puttane vestiti dei loro girelli migliori.
Continueremo a mangiare pillole tutta la vita coi corpi che gridano allegria non sentiti, separati da noi dal sottile paravento del ridicolo per noi che crediamo che lo sconforto si possa curare assumendo litio, e che un giorno ci beeremo di quelli che per non essere volgari chiamiamo amici.
Il carosello delle voci nella testa del degrado che furono gli ultimi anni novanta ci ha portato ad una follia talmente lucida da essere scambiata per qualcosa che un qualsiasi disco di peltro e amore possa curare. E noi continueremo a dirci sani Per tutta la vita.
Quando la Brandinne faceva porto Dalle parti di Nassau, nessuno degli uomini a bordo aveva parole per definire lo splendore delle coste gremite di contrabbandieri e puttane vestiti dei loro girelli migliori. Io stesso spesso ricordo come il profumo di certe essenze di dubbio valore e provenienza gettassero in me la certezza che mai avrei vissuto più nulla di simile.
E' Stato facile trovare il locale, qui a New York il Sugar Hill Bistrò è rinomato. Jazz e dining. Ancora più facile è stato rendermi conto di saper suonare il sax. Far uscire da questo strumento un dolce suono, armonioso e sensuale, frutto della feconda unione tra il Jazz e la poesia che ho nel cuore è una formula magica e seduttrice che mi riesce abbastanza bene. (Qualche volta mi impressiono da solo! Ma chi sono Leopardi!) La mia Band e stana ma suoniamo tutti bene. Siamo sicuramente professionisti affiatati perché sappiamo cosa fare anche quando improvvisiamo e non c'è bisogno di spartiti musicali. Roxy una cantante bravissima, seduta sullo sgabello come Marlen Ditrich. Non ha più vent'anni e si vede ma quella l'esperienza di tutta una vita passata sulle note del pentagramma musicale, sigarette e whisky la rendono affascinante e senza tempo.
L'aria è fresca come in primavera il sole quando arriva a toccarti scalda delicatamente la pelle ma i fumi dello smog e del vapore che esce dalle fognature mi blocca la poesia che avrei dovuto avere in questa circostanza e mi riporta alla realtà di una città frenetica e piena di contraddizioni. Tra latro il sole che arriva qua e là è solo il risultato di un percorso periscopico della luce sui vetri dei grattacieli. Monoliti mastodontici. A guardarli in su non mi danno l'emozione che mi aspettavo, anche se l'immagino con una musica di Joe Coker. Maledetto quel settembre, ci hanno tolto tutto il gusto della fantasia....... (e fatto buttare via tutti i filmati di archivio di Manhattan.)
Mi vengono in mente quegli scenari da film americani. Una grande vetrata, un attico a New York e le luci della notte che illuminano la stanza. Di solito a questo punto si sente in lontananza un flebile urlo di una sirena nell'eco della notte cosa che se la pellicola fosse in bianco e nero ci si aspetterebbe che appaia Callaghan ma ahimè gli effetti speciali hanno conquistato gli schermi e mandato in pensione l'ispettore. Intanto il lamento si allontana e svanisce. Potrei.....ci starebbero anche bene.....due belle gambe lunghe in collant nero e minigonna. Un primo piano stretto a salire fino al décolleté mozzafiato, ma la mia storia inizia senza fica, anche se questa aumenterebbe l'audience e farebbe felice la troupe. L'appartamento sembra vuoto, ma quando Jò carrella verso destra ci si accorge di una figura seduta sulla poltrona. Si stacca dallo sfondo solo perché la flebile luce della città illuminando la tenda crea un contrasto e si possono vedere i contorni dell'uo... (Ma.. cazzo! quello lo conosco! sono io! Lo sapevo Jò! Non riesco neanche a scrivere una sceneggiatura di un film che non sia io il soggetto. Sempre in mezzo come una puttana. Ma Massimo! Il mondo va avanti anche se tu non sei sempre in primo piano!. Continua a riprendere Jò! vediamo che succede.)
Era il classico tipo che si fa notare. Non troppo alto, capelli lunghi fino alle spalle castani, occhi sgranati con pupille a spillo. Vestiva quasi sempre con indumenti di jeans. Giubbotto e pantaloni. Si, era un tipo strano. Ormai aveva passato i trenta, ed era un reduce della sua generazione, della sua compagnia. Erano rimasti in due. Lui e un'altro. Questo pero' era piu' conciato. Continuava a fare avanti ed indietro dal carcere. Aveva il sangue sporco. Era malato di aids. Anni di vagabondaggio e di interscambi sociali-tossici gli avevano fottuto la vita. Tom almeno si era salvato dalla malattia. Lui era pulito.
E venne il mattino, la notte insonne, immagini di esplosioni negli occhi,una forte motivazione in me, sin da bambino fui educato a credere ciecamente in quelle pagine ingiallite dai millenni trascorsi dalla nascita del profeta, quel ballo senza fine del capo, l’andare avanti e indietro per leggere parole antiche, mi dovetti abituare a quella danza, dovetti abituarmi al coglier solo poche parole alla volta, quel movimento che ti porta fuori da te stesso, che fa sì che tu divenga spirito e parole in un turbinio inscindibile, il movimento che non fa altro che accettare con cenni del capo la verità di quelle pagine, l’unica verità che viene propinata a noi tutti, che ti riempie gli occhi e appartiene al tuo popolo soltanto.
Luci folgoranti grida spaventose fuochi infernali che accendono la notte mostri multiformi entrano nel sonno non scappano e giocano con le tue paure sei solo sei morto ormai stai immaginando
l'inesorabile cammino verso di te la lunga strada verso i tuoi occhi mi costringe ogni giorno a pulirmi la coscienza dolce immagine racchiuso in un ricordo dai capelli profumati e dai mille colori sono ancora distratto da cosi' tanta realta' il tuo corpo delineato da abiti particolari da strani velluti che esaltano te il tuo seno che esce e mi annienta la tua anima che accerchia ogni volta