Hei, ciao Sal ! Si, ci vediamo domani da te, ok ?! Molto bene pensai, anche per quest'anno ho risolto. Senza troppe menate. In fondo chi lo ha detto che bisogna strafare a capodanno? A un posto pieno di persone inutili, preferisco una casa con pochi amici. Ed è quello che farò domani. Mi presenterò da Sal con la solita bottiglia di vino rosso, 2 pacchetti di sigarette, qualche buon proposito e una sincera allegria....Già...
Stamane mi sveglio, un dolore fortissimo alle tempie, debole, come non lo ero da tempo. Cazzo! Ho l'influenza! Porca merda!
Colazione con the caldo e miele (ma forse sarebbe stato meglio del ruhm scuro..) in attesa degli sviluppi, nella vana speranza ti poter guarire in un giorno. Idiota! Io e il mio vizio di fumare in camera.
Questo pomeriggio è stato un'agonia, tra dormiveglia e chitarra scordata, suonando a caso note già sentite da Tom. Ricordi lontani, che ritornano ogni volta che sono debole. Sulla 55a strada a suonare per raccimolare qualche spicciolo da gente indifferente, per poter comprare ancora da bere, e andare avanti con la musica... Ricordi di una vita non mia ma che rapiscono il cuore...e in qualche modo sento di farne parte anche io.
Come quella volta con il vecchio Tom, che ci siamo svegliati con l'acqua fredda e sembravamo due vecchi cani...
Telefono a Sal - Si ciao, ascolta stasera non passo, ho la febbre... Sal ci è rimasto male, ma non poteva farci niente...e io nemmeno. Ed ecco un'altra volta a chiedermi cosa farò domani, nei prossimi giorni. I botti sono iniziati, è capodanno alla fine...Mah...vorrei essere altrove, a dire la verità...
Le donne si sa, hanno un debole per i pittori. Forse avrei dovuto fare quello. Fare quadri. Quadri del cazzo, ma sempre quadri. Quanti hanno dei lavori assurdi e non sanno neanche perchè? Oppure modi diversi. Guardate i cinesi, per loro oggi non conta un cazzo come giorno, e noi invece a fre un casino infernale, come si fosse qualcosa da festeggiare...
Tutti quei dispersi, quei disperati, alcolizzati, sconfitti dalla vita.. Il senzatetto che stanotte morirà per il freddo, i ragazzi schiantati in autostrada, a rimepiere la cronaca di domani. Le guerre...la fame e la miseria...e io qua scrivere pensieri per passare il tempo, per illudermi che qualcuno, un giorno, possa condividere la mia sofferenza...
E tutto questo mentre ancora sogno, senza speranza, che Mathilda balli ancora una volta con me...
Ultimo pianeta della galassia Ultima galassia tra le galassie Lontana da me Anni luce Ai confini dell’universo Tendo il mio amore per te Come un razzo che chissà Se arriverà mai a destinazione Luna senza Sole, io Dov’è la mia luce? Buchi neri vuoti cosmici il Nulla
Giorno di nebbia , scuro e silenzioso avnza sulla città bianca. L'umanità ancora insiste , cerca di scovare il segreto di una foschia di prima mattina.
Giorno di nebbia , scuro e silenzioso , avanza sulla città bianca. L’umanità ha cercato di scovare Il segreto di una foschia di prima mattina Si dissolve in una menzogna E rimane un saluto .
Era sempre lì,a fissarmi, posso sentire il suo flebile fiato dietro il mio collo. Coscienza, vecchia conoscenza. Non c'è pace per chi rincorre ciò che ritiene giusto, e che tanto è sbagliato di fronte alla società.
sono solo seduto sul letto fumando una sigaretta mi sdraio e vedo la gente passare la nube mi inebria e mi fà sentire uomo guardo il cielo e penso alle rondini non ho più nessuno mi siedo e fuori c' è il nulla come mi chiedi chi io sia??
Un bambino passeggia perplesso, avvolto dal vento, la fronte corrugata e nella mente un dubbio atroce, una terribile sensazione che gli sta uccidendo la giovinezza, una perdita di fede e una morte che ha messo in discussione il suo credo, e quella fiducia incondizionata nell’esistenza del Dio creatore, amore e benevolenza. Attorno, ragazzini bastardi e vecchi stolti vagano tra i corpi decomposti di poveri cristi crocifissi ai lati della strada, cercando spazio per la propria croce, proseguendo annusando ebbrezza tra i lamenti ed il fetore nauseante della putrefazione. Il bambino va avanti silenzioso, gli occhi fissi a terra, una preghiera ad ogni croce ed un singhiozzo disperato per ogni chiodo conficcato nella carne.
Sono una a cui si parla di notte, che si tiene nascosta, alla quale si dice ciò che difficilmente si direbbe. Sono una che non si capisce, che è o bianco o nero, che è intelligente o stupida, che prende o che da. Sono una che si può lasciare, che si può dimenticare. Una alla quale si può tornare, sempre.
Lei entrò nel solito bar del venerdì sera, dove sapeva che avrebbe potuto scaldarsi un po’ e diventare poco a poco più sfacciata riempiendo il bicchiere di alcool a poco prezzo. Una camminata sicura lasciava la scia dietro di sé ed una testa senza troppi pensieri la rendevano fresca. Si guardò allo specchio per vedere se il trucco pesante che avevo messo su la rendesse impenetrabile allo sguardo di chi cercava di carpirne l’anima. Era perfetta, stentava a lasciarsi uno spiraglio d’entrata anche lei. Si sistemò la coda alta che le portava via qualche anno vicino agli occhi ed alzando il braccio come fosse un dispiegarsi d’ala, scorse l’immagine di cui si era innamorata riflessa nello specchio. Non si trattava della sua. Lo avrebbe preferito.
Ho sonno, un sonno che prelude l'autunno, è un sonno dell'anima, non posso più vedere come vedevo, non posso più sognare come sognavo. Il vento freddo di questi giorni, le nuvole scure che chiedono spazio all'azzurro grigio del cielo, sono l'invito al letargo delle percezioni reali, sono un viatico per nuovi sogni, sogni dei mari del sud.
Cammino per le vie strette, mi fermo nelle piazze larghe di Lisbona, contemplo come se chiedessi alla città di prendermi e non lasciarmi più andare via, sono il profumo che esce dai piccoli negozi, sono una delle pietre sdrucciole dei marciapiedi, sono uno dei gradini del castello, sono la chitarra che suona il fado, sono lo sferragliare dei tram, sono il fiume Tago.