una parola!!! che mi sia data una parola, che riecheggi nell'aere e risvegli l'attenzione di colui che tace e non favella. una parola che desti l'attenzione sua, che lo leghi a me;
Declassificati per una maglia,un pantalone,una bottiglia,una sigaretta,per un taglio di capelli,per un ideale,per una scelta,per un errore,per una canzone,per il peso,per un hobby,per la propria voce,per le proprie gambe,per le proprie mani,per il colore della pelle,per il proprio carattere,per il modo di masticare,per una gioia,per un'emozione,per un pianto,per il proprio gesticolare,per il linguaggio,per la barba,per un libro letto......declassificati per essere stati se stessi.
il mio è un pensiero, che accompagna l'uomo da diverse generazioni,cazzo dirompente...ferita intestina di un uomo, lamento e solitudine lancinante ..mmhh.. retto...attanagliaaa...cosi.,..ancora...
poi lieve fruscio, sgorga limpide acque solare corso, ruscello estivo. rutta pure il gorgo...puzzo estivo e via
"Vado?" "Vai, vai, spingi pure sul gas!" "Ma siamo sicuri? Non è che poi mi si spegne la macchina o simili?" "Ti ho detto di andare, tranquilla, ci sono qui io che tiro il freno a mano!"
Ho dato e gas e sono partita. Non mi divertivo così dai tempi della Peg Perego del mio vicino di casa. La jeep sbandava di qua e di là, a stento avevo il controllo del volante e della macchina stessa. Arrancavo su per una salita guardando il panorama, non sembrava nemmeno di essere a venti chilometri dalla mia città, sembrava una giungla. Felci, fango, liane e tantissime mosche. Ero sugli appenninni ma mi sembrava Platoon. Le mani, a un certo punto, hanno cominciato a sudarmi e facevo fatica. Non parlavo nemmeno con Filippo, che teneva la mano tesa sopra il freno a mano, e riuscivo soltanto a tenere la bocca immobilizzata in un sorriso che non si trasformava in risata. Stavo mangiando una quantità di moscerini enorme. Stavo respirando a malapena. Il cuore mi batteva a mille e non riuscivo a pensare.
vivo, mi sembra quasi irrispettoso ma vivo, incedo, io adesso, superba nella mia sfacciata bellezza. quasi la ostento, tu maestro ed io discepola attenta in questo far scolorire l'altrui esistenza.
Era una calda giornata d'agosto,e di studiare per l'esame non c'avevo voglia,manco per il cazzo,sicchè decisi di fare una capatina in biblioteca,magari in cerca di qualche autore tipo Kerouac o Bukowski.Così Scesi in box,mi accesi un cannone,mi ficcai in macchina e partii.
nel bagno, mi alzo, il water mio unico amico, tento di alzarmi, ma e' il vizio che mi butta giu', saturo di me stesso cerco nei rumori delle macchine in strada un rifugio, sono solo, lei e' di la e dorme un sonno di 10 ore almeno;
La coscienza non si può azzerare, dimenticare. Forse per questo cerchiamo perennemente di fuggire, da noi stessi, dagli altri, per disimparare. ISTINTO invece di riflettere, contemplare al posto di giudicare, sballare al posto di resistere. Desistere per esistere, per essere.
Amami come farebbe l’eroe con la sua impresa, il prigioniero con la libertà, entra in me come le onde tra le insenature degli scogli, picchia la mia anima con l’ardore della passione, accudiscila con la pietà, amami disperatamente…
Quella mattina mi svegliai,andai al bagno e mi lavai la faccia come sempre;ma mentre mi guardavo allo specchio con il viso grondante d'acqua,vidi sulla fronte,più o meno sul sopracciglio sinistro un piccolissimo bozzolo rosso.