SONO SEMPRE STATO TUO PRONTO A DISTRUGGERE IL MONDO AD OGNI TUO SOSPIRO LA TUA ANIMA ERA ENTRATA NELLA MIA IN UN MISCUGLIO DI EMOZIONI SCONOSCIUTO UNICO ED INDELEBILE ORA PIANGO PERCHE' IL TRAMONTO E' ARRIVATO NON RIESCO A COMPRENDERE IL PERCHE' NON POSSO DIMENTICARE IL TUO SGUARDO
Scendo dal treno e fa freddo, e come al solito ho lasciato la sciarpa a casa. Il vento mi graffia la faccia,mi screpola le labbra e mi fa rabbrividire. Cammino abbastanza spedito,sguardo intento solo ad evitare collisioni con la gente. Evitare ogni contatto.
Un rutto sapor polpetta e uno sbadiglio lacrimoso mi scappano senza rendermene conto: anche oggi ho mangiato troppo. Le prime ore della domenica pomeriggio sono sempre faticose da riempire, quel buco fra il pranzo e l'inizio delle partite che a volte ti fa venir la voglia che sia un giorno settimanale per poter tornare subito al lavoro dopo la pausa. Anche se è ancora primavera la temperatura e l'umidità indicano l'imminente arrivo dell'estate, al telegiornale dicono che sarà l'estate più torrida degli ultimi cento anni, l'ennesima notizia sull'estate torrida. Lascio gli altri sul divano ad aspettare sonnecchianti la partenza del gran premio perché sento che oggi sarà il mio giorno fortunato, scendo e salgo in macchina.
Barcolla nella stanza ripetendo con fastidioso riverbero parole annebbiate che conosco a memoria… L’alcool scorre nelle sue vene…canali incrostati d’odio e dolore…e marcio Vorrei morire x non vedere questa scena ogni istante della mia vita… Vorrei morisse…ora, per piangere sopra la sua tomba…con sincero amore Ti ringrazio per quello che hai fatto..per quello che sono…per come diventerò.. Madre hai rovinato la mia anima…
Ero sul treno, stavo tornando a casa. Perso nei miei pensieri, guardavo fuori dal finestrino con gli occhi vaganti in cerca di uno stimolo. La gente. Tanta gente, forse troppa. Mi sentivo una mina vagante, sono una mina vagante. Il momento adatto, solo quello bastava per farmi scoppiare. Uno spiraglio di vento entro' nel finestrino. Gelido. Non trovavo pace, il tormento si era impossesato di me. Riflettevo, pensavo, mi perdevo. Cercavo di capire, mi sforzavo. Non riuscivo. Forse ormai non c'era piu' niente da capire. Mi guardai intorno, senza fine.
Dunk mi piaceva, era una persona che rispettavo e con la quale mi trovavo bene. Per la verità non aveva un gran reputazione, era considerato un pazzo, un folle, e forse un po’ lo era, ma tutti abbiamo dei difetti ed i suoi a me non davano affatto noia, la lentezza di Mel, quella mi faceva saltare le budella, ma non il carattere di Dunk, quello a me piaceva. Dunk ha 50 anni, è sposato ma vive da solo, dopo che lo hanno cacciato dalla casa dove abitava perché aveva il vizio di sparare per casa durante le discussioni che aveva, se uno lo faceva incazzare sparava, se tornava ubriaco sparava, se non sapeva come fare sparava; andando a casa sua si notavano tanti quadri, disordinatamente, sui muri: erano stati affissi per ogni buco che un proiettile aveva fatto sul muro, geniale!
Neanche un pugnale infilzato nello stomaco puo' far male come certi ricordi. Ricordi che ti distruggono dentro senza lasciare nessuna traccia. Speravo in me stesso ma ho sbagliato.
Questa non è una storia inventata. In TV, il novanta percento di quello che dicono, è inventato. Questo è il resoconto di ciò che la Polizia non vorrà ascoltare. Questa che state leggendo è la mia calligrafia, e a me queste cose sono successe. Quello che state leggendo, questo, questo è tutto vero. Sono stato rapito quando avevo tre anni. Questo lo so perché me l’ha raccontato lui.
Francesco non c'era quella notte al solito parco. Probabilmente era riuscito a trovare mezza branda libera al ricovero per barboni. Beato lui. Certo dormire su quei lenzuoli così unti di sperma, vomito,sudore e innevati di forfora non era il massimo ma almeno lì non faceva quel gelo,non c'era quella dannata nebbia stronza.