Uscii di casa verso mezzanotte. Il sonno non voleva saperne di arrivare,così decisi di scendere a comprare le sigarette. Presi una bottiglia di vino nuova ed entrai nell’ascensore. Uscii dal mio condominio.
è domenica, pomeriggio tardo. sto aspettando. alla stazione centrale. milano. odio milano. che bruci milano. che il cielo si illumini di gas e di fiamme alte come i palazzi. i palazzi di milano. si ergono stupidi e pieni della loro cementificata superiorità. mi stappo una birra. mi siedo appoggiando la schiena ai muri della stazione, seduta su un grosso gradino. dentro non ci voglios tare. è pieno zeppo di pubblicità assurde della D&G. le donne hanno delle stupide facce immobili. sembrano delle statue senz'occhi. tanto il treno l'ho perso. mi suona il telefono. bene, mi vengono a prendere. allora starò qui ad aspettare, guardando la gente passare. i profeti della debolezza stanno al loro banchetto giallo e rosso. odio tutti i seguaci di dianetics, odio i loro libri. i loro sorrisi. mongoli, vi siete fottuti il cervello. ve l'hanno strizzato bene, più del vostro portafogli, in nome di una falsa chiesa/scienza.
Valentina….. il ricordo di lei è ancora vivo e scalpitante dentro di me; ogni giorno, ogni ora, ogni istante trascorso con lei sono impressi dentro me, marchiati a fuoco nella mia anima in modo indelebile. Era fantastica…. passavamo ore ad amarci, fino a sfiancarci, fino a stare male, senza fiato, zuppi di sudore ma felici e soddisfatti. Ricordo ancora una sera che avevamo appena fatto l’amore; mi voltai supino, ansimante, a guardare il soffitto, mentre lei, stremata, aveva già gli occhi semichiusi….
ed allora visto che non esisti più io bevo , bevo almeno ora da domani il mio cervello sarà nelle mani di altri ma ora bevo .bevo e piango neanche le lacrime riescono a scalfirmi neanche la pioggia riesce a toccarmi
Mi manchi amore mi manca la tua allegria ed il tuo mancato senso dell'umorismo mi manca tutto di tè i tuoi occhi il tuo naso il modo che avevi di sistemarti i capelli il modo in cui guardavamo il cielo fà male dircelo ma sopravviverò e tù?
stereo notte in pratica le mutande sono appese ad asciugare da giorni sotto una pioggia battente e col dente che si fa la differenza come una gonna che ci appoggia in mille statue di velluto marrone
Intingo l'ennesimo grissino nel vasetto di senape di Dijon, forte, e lui mi dice, "Questo è il meglio che hai saputo fare?" Io metto tra i denti il grissino e sgranocchio. Lui dice, "Sei sicuro di essere uno scrittore?"
Bocciolo di rosa che al sole si schiude, enclave di rugiada da cui attingere, crepaccio flessibile, caderci é l'obbligo, arcano dirupo casa dell'oblio, scogliera improvvisa per onde furibonde. Inizio e fine...
Un timido chiarore all’orizzonte inizia a ricacciare indietro le ombre della notte, mentre la neve fiocca copiosa in questa fredda mattinata di fine gennaio. Sono da poco passate le 6:30 del mattino e mi trovo per la strada, come ogni giorno, a camminare verso il bar dove normalmente faccio colazione. Non c’è niente di più confortevole, nei freddi mattini d’inverno, che entrare in un accogliente bar riscaldato dai vapori della macchina per l’espresso, ordinare un cappuccino ed inalarne il profumo tenendo la tazza fra le mani per riscaldarsi un po’.
volevo ringraziare, blake le sue parole mi incoraggiano molto!!! volevo sfogarmi per gli stronzi che incontro tutti i giorni : da chi' ti ferisce ridendoti alle spalle, a chi' ti accusa di essere una persona prepotente e giuro di non esserlo!!
Mattino. Buio. Apro gli occhi. Di colpo. Che ore sono? È il primo pensiero. Quello che ti fa rendere conto se sia il caso o meno di svegliarsi. Se è troppo presto, si cerca di dormire ancora, se l’ora è giusta si sonnecchia un paio di minuti e poi si balza in piedi (o meglio, si cerca di balzare), se è tardi non ci si pensa due volte: si è subito in piedi, senza nemmeno rendersene conto, dopo una banale bestemmia. Ebbene stamane me ne fotto. Tanto è sabato e non si lavora di sabato. Almeno io non lavoro, magari qualcun altro sì… comunque mi tiro su. Sono le nove. Occhei.
l'odore di femmina nella mia stanza, finalmente, dopo troppo tempo. o vissuto troppo male. quell'odore vivo che si ferma un po' a riempirti all'inizio del naso, e poi scende dolce in tutto il corpo e nella pancia e fino al culo.
Una volta sbronzarsi non faceva male come ora. Si, proprio cosi'. Andavi al bar, al supermercato, in qualsiasi rivenditore di alcolici con l'anima limpida ed immacolata. Ti mettevi davanti al bancone o sulle panchine di un parco e ingurgitavi litri e litri dlla splendida sostanza. Birra, vino, rum, vodka, whisky, spumante, sambuca. Tutto scendeva con naturalezza. La gola era un vortice verso la felicita', verso la sbronza. Sapevi sempre che ti saresti ridotto a merda, ti saresti tirato stronzo da solo ocon dei compagni d'avventura. Potevano essere di tutti i tipi: tuoi carissimi amici, conoscenti, sconosciuti.
Mi ricordo ancora della sua bocca calda delle sue labbra carnose mi proteggeva e mi faceva sentire uomo allo stesso tempo riscoprendo in mè una gioia infantile mai provata il suo nome era Lorens