Aumentare le percezioni. Ho cercato di dissolvere ricordi e rimandi di dolori e pericoli. Mi appiglio con lo sguardo a candele che bruciano troppo in fretta. Cera sulla mia pelle Cera che corrode e scotta. Cera. Copritemi il volto di essa. Pupille incrostate e le palpebre fanno male a staccarsi. Aperture corrotte per osservare un mondo di percezioni pungenti. Resta silente la mia bocca socchiusa. Dentro gli insetti costruiscono nidi neri armoniosi, ma marci. Se mi puzza il fiato non è colpa mia.
Accarezzami l’uccello con la tua manina smaltata da bordello ho succhiato tutta la vernice dalla porta non voglio più vedere l’antica guappa storta le mie biglie calde rotolano giù tutto fuori tutto dentro non ce la faccio più la mia esistenza è solo sofferenza
Il mio uccello sfuma, scompare, appare e poi no. Ma è sempre "attivo", anche quando non lo vedi lui c'è. Sta buono, buonino, sedato e tranquillo, ma poi, quando meno te l'aspetti, eccolo lì, intonso, duro da masticare come gelato al cioccolato. Il burro-cacao.
Mi masturbo da solo, il cazzo è mio, ne faccio quel che voglio, poi lei, la mia lei, mi telefona, chiedendomi di andare a trovarla per farlo, ma io le urlo che questa notte il cazzo è mio, solo mio, tutto per me!!! Cazzo!!!
ad alberto, che ha scopato con le mie parole pur standomi dentro!
Le mie parole
Non sono le mie labbra a pronunciarle? Non sono forse le mie mani a scriverle? Non sono i miei occhi a socchiudersi mentre esse nascono? Non sono loro a piangere di lacrime ferventi quando esse son così Profonde da scoprir quello che fino a me era nascosto? Non è forse il mio seno che sussulta ad ogni loro accento?
Aspetto alla fermata dell'autobus. Passa il 23, poi il 7, e infine, l'11. Aspetto ancora. Accendersi o meno una sigaretta è una scommessa. Appena comincerà a prendere fuoco, la piccola bastarda, richiamerà a se il mio autobus, il 5, e io, sarò costretta a vederla per terra, ancora integra, e tutta fumante. Decido di rollarmela comunque. Tiro fuori le cartine e i filtrini, poi, prendo un piccolo pugnetto di tabacco umido nella mani e lo lavoro con cura, con calma. Lo trasferisco sulla cartina e comincio a girare. Giro ancora due volte ed ecco la perfezione. Inserisco il filtro e arrivo alla parte migliore, lecco la colla.
eccoli i fili sempre più lunghi e i gatti che saltano ecco le pozze vuote d’acqua e un giardino secco da potare alla base ecco il deserto la carta una parola gettata là a stemperare il cuore
Nelle stanze di Alice dove non entra la luce apertamente dalle finestre ma dagli spiragli delle porte, dalle serrature chiuse, da sotto le bussole che crocchiano.
Ahi marì cruz, na na na na na . . . . Cosa c’è di più bello di un caffè, di una sigaretta e di Estrella per cominciare una nuova giornata dopo una sbronza causata da due bicchieroni di chianti di Forlì e un altro che sano litigio con Alberto? Non so, bhe è quello che faccio e dato che non ho altre alternative è la perfezione fatta realtà!ahi marì cruz, na na na na na na, credo sia comunque necessario iniziare dall’inizio di ieri, quindi armiamoci di tanto caffè, tante sigarette, o meglio, un bel po’ di sigarette e, chiaramente tanta buona volontà.
where is my mind...non lo so...l'ho lasciata andare via, alla ricerca di un posto migliore, io sono troppo vile per starle dietro, preferisco starmene sul divano di casa mia, ascoltare un tango, bere e grattarmi le palle. il mio gatto è come me, mi guarda e annuisce. a volte tento di vivere la vita delle persone morte, ma è troppo comodo, accettare di essere schiavi e lamentarsi.