Puttane decorate dai capelli luccicanti nelle vetrine dorate per attirare i passanti, si svestono timorose come fosse la prima volta, profumano di rose e di natale è vestita ogni porta.
Ma sono solo puttane, ed ogni pensiero profumato è pura finzione anche quello più delicato.
-Tutto è così programmato!-
Il cielo non ha sapore, ti sparano la neve fatta di sapone.
dentro una pastiglia. Il cambiamento è avvenuto, ed è questo a preoccuparli, più che altro, più di ogni altra cosa. Il mio look poco "guarnito", assai anonimo che passa, anzi, del tutto inosservato, osservatissimo proprio per questo, mi sta ricamando. La gente si stupisce sempre quando la persona che pensavi di conoscere non è quello che hai creduto sia/fosse (stato/a). E' questo ad inquietarli maggiormente, ed è abbastanza imbarazzante per chi ha compiuto la "trasformazione", naturale, spontanea, già in linea col tuo Fato, che tutto già scrisse, era dapprincipio che eri così, bastava attendere, avere pazienza, nutrirla e "cesellarla" come un Bonsai. Un uomo, anzi, Banzai, un kamikaze "comicissimo" per l'ilarità della propria maschera, grottesca, che stona con l'età che possiedi e che non senti affatto, già, l'afflato. E' molto più conveniente, per molti, ripararsi dietro i copriventi, e stare in difesa, attaccando il Mondo, scusate è davvero poco, con la retorica, senza gesti compiuti. Ognuno è bravo a giudicare un ottimo film, a "gustarne" il valore, a misurarne la grandezza, l'importanza, la "stima" che esso ha (ricevuto). Stacchi un cranio dal collo di una tizia, come in un film surreale e terrorizzante, come un boia in una casa degli orrori in qualche parco divertimenti, di quelli aperti d'estate, quando si usano le infradito e le gonne delle donne ci fanno sentire uomini. E' molto facile liquidare la questione in termini numerici, biologizzare una vita, se mi è eticamente permesso, potrei anche farlo, e "ridurre" un uomo ad anni di evoluzione, cinicamente come in un video di Spike Jonze. Oppure controllarne i contorni, ché non sbavi(no). Ed allora qualche calmante "difensivo" per proteggere un uomo solo dal caos, dalla furia delle intemperie. Avvicinarsi al vento e grattarlo con le unghie, come il miglior Patrick Swayze di "Point break", un'arma letale dal romanticismo sfrenato, avvolto dai bagliori di una vita, che, ahimè, fortunamante brucia. Un po' di "Risperdal" per addormentare i muscoli più (re)attivi, per intossicarli di pigrizia, e del "Serenase" per bloccare la mascella, così parli piano, intontito da cima a piedi, come un attore in bambola ad una festa, che ha appena (im)bevuto una fiala di tranquillanti per gestire l'ansia, questo grande torneo dove ci si pugnale per restare nell'arena. Sbranare il leone. Custodirsi nel "silenzio", parlare poco, agire quando, necessariamente, occorre, correre. Discorrerla, perchè no? Abituarsi a "cazzeggiarla", con tutto il Male che c'è nel Mondo basta una canzone per allev(i)arti. Una canzone melodica su una strada buia, appena appena al neon. "Imbrillantinata" col gel. Autore: Johnny Depp Data: Oggi Genere: Playlist libera
1 The Aviator Rigido, teso, nervosissimo, creatura dalle miriadi d'idee. 2 L'ultima tentazione di Cristo Sacrificare tutto per un ben supremo forse inesistente, la banalità del Diavolo. 3 Silence... "Martirizzarsi" per una missione, che evangelizzi il Mondo, morire per un ideale. Questo serve quando sei giù di corda.
Anna Praderio la vorrei vedere nuda mentre commenta il grande De Niro a letto, nuda e semplice senza la sua voce sofisticata. Tuttavia m'arrangio da solo, come posso, mi sposso.
Mi stupisco di me stesso, per le traiettorie "balorde" che il mio percorso sta seguendo, con una logica tutta sua. Mi sono abituato a disilludermi, per non provare dolore, esso, quando vuole, affonda e fa male davvero, credetemi. La gente non cambia, la storia degli uomini rimane uguale, i giovani sbeffeggiano i vecchi, indolenziti ma saggi, i saggi deridono gli "ingenui", e chi è arrivato deve far sempre di tutto per mantenersi stabile, a temperatura non troppo cotta, deve sempre combattere, fino alla fine, sino allo stremo delle proprie forze, per ricevere l'approvazione ed il consenso altrui, per farsi amare. Le donne amano chi vince questo gioco, il più scaltro, il più "indaffarato". E sono puttane, la maggioranza io le piango.
Son sempre stato titubante a rivelare la mia omosessualità latente, mi affeziono troppo agli amici, e mi scortico per essi, peccato venga ricambiato da schiaffi ed insulti immeritevoli, ma rimango uomo, ferreo nella vagina. E sbrodolo anch'io rabbia nelle notti bianche, anch'io non posso esimermi da questo patema d'animo, dalla mia anima.
Tantissimo tempo fa Quando ero ancora un bambino mia madre mi raccontava sempre che nel suo paesino arroccato sui colli calabresi c’era una vecchia che diceva di essere in grado di vedere e parlare con le anime dei defunti. Si chiamava Teresina della cicala.
Processione di figure vestite di stracci. Indumenti verde-marcio. Salgo su una palizzata, per osservarli meglio. Reggono icone russe. Il sole riflette l’oro dei decori. Madonne immolate, sguardi sospesi. Sospeso alla croce, Cristo nudo. Il pene è un pettirosso morto col capo reclinato. Guarda a terra i peccati suoi e del mondo. Una spina conficcata nel petto di piume tinte di sangue. In prima fila, l’effige di Hitler, innalzato al cielo, come uno spaventapasseri di paglia bruciata. Le guance scavate, il braccio alzato a simboleggiare potere, delirio e consumazione. Madallena rotola a terra, si strappa le vesti sul petto. Un seno molle scivola fuori, macchiando di latte il fango secco del terreno. Impreca se stessa e si sgualcisce i drappi della gonna, immerge le mani nella chioma scura e conficca le sue unghie nella pelle del cranio. Mani sporche di fango. I bambini succhiano semi di pesche. Grosse noci dure, prive di carne.
Respiro piano. Dolce è l’aria dentro me. Sulla lingua c’è ancora il sapore della tua bocca. Amo sorridendo. Mi sento luce e luce emano. Apro gli occhi, accarezzando con lo sguardo il campo che riposa di fronte a me. Coperto di nebbia sottile. Aleggia dentro me la stessa tranquillità. Ho gli occhi larghi, grandi, profondi. Mi sento protetta. Sento il tuo abbraccio attorno a me. È tutto estremamente bello, surreale. Percepisco brividi. Mi sento sciolta. Libera da ogni paura. La mia pelle è liscia e profuma di te. E la tua di me. Completa le mie labbra come un frutto rosa. La tua lingua è una fragola morbida da succhiare e dolcemente eccitare. Di fronte a te, cascano tutti i miei muri e mi sento nuda. Nuda e bianca. Sono una calla di delicato profumo. Struscio la mia testa contro la tua spalla e fremo d’emozioni.
Dentro me. Mi chiudo. Dentro. Troppo vino. Denso vino. Penso. Mi sento sola. Infinitamente minuscola. Inutile. Timida. Timida luce schiacciata da soli più luminosi di me. Se vuoi, io sono qui. Ma non per sempre. Ecco. La mia luce è fievole. I miei occhi sono lacrime condensate. Mi sento male. Mi sento unica e diversa. Tremendamente diversa. Così diversa da fare paura. Tu suoni con le dita una vita che forse è lontana dalla mia. Mi sento piangere dentro. Mentre le lacrime macchiano di scuro la maglietta. Ho freddo. Ti voglio. Scaldami. Scaldami il collo, il petto, i fianchi, le cosce. Scaldami l’anima, soprattutto. Un rigurgito di pianto. Voglia di lamette sulla pelle. Voglia di fuoco sulle dita. Voglia di spegnermi ora. Mi si addormentano gli occhi. La vita mi logora. L’amore mi logora. Amo furiosamente. Come una folle che ingurgita vita, io ingurgito amore ed emano amore dieci volte di più.
… la sera stessa finisco in un vecchio cinema di seconda mano a guardami un film porno tedesco targato anni ottanta e la cassiera che non mi guarda la cassiera e gli strati di fard putrescente che le incrostano il viso e il rossetto viola sbrodato sulle labbra fondotinta nero (colato) ad incupire lo sguardo maniacale
non solo sembra che la vita sia uno strano copione, ma mi sembra di recitarla a pieno, attrice e regista di un telefilm che non smette di proiettare immagini sature di pensieri e parole. stanca del mio personaggio perfetto tra sorrisi e disinibizioni mi vesto da bambina e corro verso quegli errori che non ho mai commesso, cantando una strana melodia che ricorda una flebile ninna nanna... vorrei dormire un pò...
Scivolami addosso come seta, leggero e delicato, elegante come sei sempre tu. Accarezzami e poi vattene, non lasciarmi nessun segno, Non lo voglio il tempo per ricordarmi di te. Non lo voglio un altro per scordarmi di te.