Arriviamo che sono quasi le quattro. Infondo alla piazza s'intravede un insolito viavai di facce conosciute. L'aria è tesa, lo si avverte a primo impatto. "Passami stà birra" Dan allunga il braccio senza fiatare, lo sguardo fisso su un punto indefinibile.
Li vediamo quando siamo ormai a pochi passi, i lampeggianti accesi illuminano a tratti il palazzo di fronte e le due ciccione curiose affacciate alla finestra. "Andiamocene, sento puzza di merda" Dan mi butta addosso un'occhiata perplessa. "Sei pulito?" "Si" "E allora restiamo"
E sei venuta ancora, sapevo l’avresti fatto. È forse adesso il momento di chiudere tutto? Saresti stata con me ieri sera, l’avevo capito prima di dormire. Una grande città,di notte,le luci e chiunque passava mi salutava, anche la gente con cui non parlo più... come se fossi graziato dal solo essere con te. Mi hai guardato con l’espressione tua più bella : il viso arrotondato, una luce pari a quella di una donna in attesa. E ogni volta che ci sei io scrivo, senza rima né capoverso. Per non lasciarti andare.
ti vedo… sei pimpante…. sei eccitato… ti tremano le mani…. gli occhi luccicano… fumi che mi sembri un aspirapolvere ingolfato…. ma lo sai che sono proprio belle le nuvole di fumo… l’eccitazione sale… ad ogni mano… ad ogni carta corrisponde un riflesso nervoso… che si scarica inesorabilmente sulla tua faccia… ruvida… che sembra di cartapesta… ma sei sempre tu… e il tavolo verde fa da sfondo alla tua esistenza… e il rumore delle carte mischiate è la tua musica preferita… ma lo sai che sono proprio belle le nuvole di fumo… e quando il giovane croupier smista le carte…. si ferma il tempo… il sangue gela… rallenta il respiro… sei solo tu e quella maledettisima carta… e allora lo scotch… scende come l’acqua… cambia il sapore…. sfuma l’odore… sei circondato da manichini e pantomimi… tra rumori assordanti dove non vola una mosca…. sei solo tu e quella maledettissima carta… ma lo sai che sono proprio belle ste cazzo di nuvole di fumo…
altro non dico che "dio che figa" se non mi avssero appioppato questo soprannome non mi farei problemi a toccargli la passera. ma quasi quasi la sfioro chiedendo scusa. forse è meglio che mi vado stirare un pochino il picchio. che soprannome di merda.
si sono cristallizzate ed ora si chiamano caccole ma avranno un nome scentifico queste lacrime cristallizzate. senti come suona bene "cristallizzate" senti invece "Caccole". sembra ambra... Ambra faceva judo con me ed era niente male, faceva certi ricami sotto la doccia. una volta eravamo sul tadami insieme per esercizi vari al momento della simulazione di lotta mi ha toccato il cazzo. pensavo si fosse sbagliata, ma poi lo ha rifatto e rifatto fino a farmelo cristallizzare da vedersi il bozzo dal chimono. cristallizzare... senti come suona bene.
tu mi parli..ed io?perchè faccio finta di ascoltarti?perchè mi immedesimo?perchè mi impegno nel farlo?essere gentili è una gran fatica,la voglia di mandarla in culo al mondo è tanta..devi tenere il tuo comportamento "socialmente accettabile" dicono,da chi poi?e perchè?quali vantaggi avrei da tutto ciò?la signora che si affaccia dalla sua finestra potrebbe scandalizzarsi?ed io cosa dovrei dire della sua voglia di televisione?
Stò in camera mia, di nuovo solo, seduto sul letto con il computer appoggiato sulle gambe, pensando di poter fare quello che non posso fare, mi illudo di poter scrivere qualcosa su di te, qualcosa di vero. E' così forte la nostalgia, pochi momenti dopo che te ne sei andata, come sempre. Percorrerei migliaia di chilometri dentro la nebbia fitta per riempirti ancora una volta, per nascondermi nel caldo rifugio del tuo corpo e scoprirmi per l'ennesima volta a contemplare un sorriso che ti esplode negl'occhi, un espressione involontaria del volto, un gesto spontaneo delle mani.
Strade scoscese piene di merda, sacchetti e mozziconi Barboni agli angoli mangiano chrekers scaduti Piccioni ovunque, sopra sotto, al fianco Corro e sguazzo veloce tra vie sconosciute Mi sono perso, non so dove mi trovo Rom deformi chiedono l'elemosina sul ciglio Mentre chi ci ha fregato Sfoggia un nuovo completo, una cravatta stravagante Ritrovo la via, sono in centro
-"Fottetevi il culo." Marvin stava seduto sulla sua poltrona scandinava che a me piaceva tanto, e non ci guardava neanche. La sua espressione era pressochè gelida, come il suo status gli imponeva. Pensai al suo sguardo freddo. Quindi al freddo che doveva fare fuori da quella fabbrica danese il giorno in cui avevano fabbricato la poltrona sulla quale poggiava le chiappe.
Torturo una fragola con uno spillone il succo vischioso scivola sul bancone il suo nucleo di vita si disgrega supplica: smettetela di straziare il mio cuore.
Mille parole sono nella mia penna si riversano sul foglio in una gran confusione una macchia di inchiostro impiastriccia le emozioni cosa posso rispondere a chi mi dice che ho sprecato un'altra occasione è contro la mia natura che devo lottare?
Inalo il fumo che ben si combina con l'aura scura che avvolge il mio cuore Quante volte ti ho detto chi te lo fa fare ma ora che mi importa di spegnermi lentamente o di bruciare non è il nostro Dio che ci ha detto cenere siete stati e cenere dovete tornare?