di rotti in culo e di tanti che volevano la figa, pezzenti. Un tizio, uno stronzo, mi ha detto: IO GUARDAVO i FILM a 10 ANNI. Ed io: DA ALLORA NON HAI PIU' CAPITO NIENTE, sei un porco!!! Ed ho brindato.
Con DIO E SATANA che piansero dalla commozione, perché io ero loro figlio. Nacqui dalla loro unione.
maneggiare con cautela si entra nel regno dei soli dei vivi alberi degli indelebili ricordi con le acque che sgorgano dalle rocce e il giovane pan – mai bello – che suona la siringa e poi la abbandona sulla spiaggia infetta che voci noiose annoiato nel panico del panico
ho sentito il fumo della tua sigaretta uscire dalla tua bocca rossa come il sangue del tormento ho scorto gli acuti delle tue urla nelle notti profonde
schiavo di una vita sociale non scelta dal destino immaginato, o sognato, luci fumose di quadri ad olio..e tra le mani la speranza, la gioia e la fierezza di un giorno da ridere..
La prossima settimana è Natale. Tra esattamente sette giorni Cristo rinasce.
Nella mia città, l'illuminazione l'hanno allestita il venti di ottobre, più di un mese fa, io mi sono accorta che sarebbe stato Natale solo dieci minuti fa.
Mia madre è di là, impasticcata di capsule dal nome impronunciabile, le reazioni chimiche nel suo corpo la rendono simpatica e penosa. Le poche volte che ci parlo quando sta in queste condizioni, ragiona e parla peggio di me dopo una bottiglia di vino, gli occhi socchiusi, la bocca lenta, pause interminabili e discorsi interrotti che s’accumulano nella vergogna.
Alzò gli occhi sotto il cielo a strisce, un po' laminato del mattino, che perdeva brandelli di carta, che bruciavano in terra. Gli sembrò di calpestarli mentre, a passi pesanti fendeva il fetore del mattino con la forza che solo un ventenne ubriaco e innamorato sa avere.
Non poteva succedere davvero. Avevo appena finito le sigarette, era domenica, i tabacchi erano chiusi e le macchinette self service non avrebbero cominciato a funzionare prima delle nove di sera.